La Chiesa nostra Madre



     Il fine soprannaturale della Chiesa     

[Omelia pronunciata il 28 maggio 1972, festa della Santissima Trinita`].

1 Vorrei ricordarvi, per cominciare, queste parole di san Cipriano: 獿a Chiesa universale ci appare come un popolo che fonda la sua unita` nell'unita` del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo?[SAN CIPRIANO, "De oratione dominica", 23; PL 4, 553]. Non vi dovete meravigliare, pertanto, se nella ricorrenza della Santissima Trinita` l'argomento dell'omelia possa essere la Chiesa; perche?la Chiesa e` radicata nel mistero fondamentale della nostra fede cattolica: il Dio uno nell'essenza e trino nelle persone.
La Chiesa incentrata sulla Trinita`: i Padri l'hanno sempre vista cosi`. Sentite come sono chiare le parole di sant'Agostino: 獶io abita nel suo tempio; non soltanto lo Spirito Santo, ma anche il Padre e il Figlio... Orbene, la santa Chiesa e` il tempio di Dio, e cioe` di tutta la Trinita`?[SANT'AGOSTINO, "Enchiridion", 56, 15; PL 40, 259].
Quando domenica prossima ci riuniremo di nuovo, ci soffermeremo su un altro aspetto meraviglioso della santa Chiesa: cioe` in quelle "note" che reciteremo fra poco nel "Credo", dopo aver proclamato la nostra fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. "獷t in Spiritum Sanctum"? diremo. E subito dopo, "玡t unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam"?["Credo" della santa Messa]; confesseremo che c'e` Una sola Chiesa, Santa, Cattolica e Apostolica.
Tutti quelli che hanno saputo veramente amare la Chiesa hanno sempre messo in rapporto quelle quattro "note" con il mistero piu` ineffabile della nostra santa religione: la Trinita` Beatissima. 玁oi crediamo nella Chiesa di Dio, Una, Santa, Cattolica e Apostolica, nella quale ci e` data la dottrina; conosciamo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e siamo battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo?[SAN GIOVANNI DAMASCENO, "Adversum Icon.", 12; PG 96, 1358 D].

Momenti difficili

2 E` necessario meditare spesso, perche?non si cancelli dalla memoria, che la Chiesa e` un mistero grande e profondo. Esso non potra` mai essere compreso in questa vita. Se la ragione, per se?sola, tentasse di spiegarlo, scorgerebbe soltanto un insieme di persone che compiono alcuni precetti, che pensano in modo simile. Ma questo non sarebbe la santa Chiesa.
Nella santa Chiesa noi cattolici troviamo la nostra fede, le nostre norme di condotta, la nostra orazione, il senso della fraternita`, la comunione con tutti i fratelli defunti che si purificano nel Purgatorio - la Chiesa purgante - o che godono gia` della visione beatifica - la Chiesa trionfante - amando eternamente il Dio tre volte Santo. E` la Chiesa che permane quaggiu`, e nello stesso tempo trascende la storia. La Chiesa che e` nata sotto il manto della Madonna e che ora continua - sulla terra e nel Cielo - a onorarla come Madre.
Consolidiamo in noi la coscienza del carattere soprannaturale della Chiesa; confessiamolo a gran voce, se e` necessario, perche?in questi momenti molte persone - materialmente all'interno della Chiesa, e anche in alto - si sono dimenticate di queste verita` capitali e pretendono di proporre un'immagine della Chiesa che non e` Santa, che non e` Una, che non puo` essere Apostolica, perche?non poggia sulla roccia di Pietro, e che non e` Cattolica, perche?e` percorsa da illegittimi particolarismi, da capricci umani.
Non e` una novita`. Da quando nostro Signore Gesu` Cristo ha fondato la santa Chiesa, questa nostra Madre ha patito una persecuzione costante. Forse in altre epoche le aggressioni erano organizzate apertamente; adesso in molti casi si tratta di una persecuzione silenziosa. Oggi, come ieri, si continua a combattere la Chiesa.
Vi ripetero` ancora una volta che non sono pessimista, ne?per temperamento ne?per abitudine. Come si puo` essere pessimisti, quando nostro Signore ci ha promesso [Cfr "Mt" 28, 20] che stara` con noi fino alla fine dei secoli? L'effusione dello Spirito Santo ha plasmato, nei discepoli riuniti nel Cenacolo, la prima manifestazione pubblica della Chiesa ["Ecclesia, quae iam concepta, ex latere ipso secundi Adami velut in cruce dormientis orta erat, sese in lucem hominum insigni modo primitus dedit die celeberrima Pentecostes. Ipsaque die beneficia sua Spiritus Sanctus in mystico Christi Corpore prodere coepit"?(LEONE XIII, enc. "Divinum illud munus", AAS 29, p. 648)].
Dio nostro Padre - un Padre amoroso, che ha cura di noi come della 玴upilla dei suoi occhi?["Dt" 32, 10], cosi` come dice espressivamente la Scrittura per farcelo capire - continua a santificare, per mezzo dello Spirito Santo, la Chiesa fondata dal suo Figlio prediletto. Oggi pero` la Chiesa vive giorni difficili: sono tempi di grande sconcerto per le anime. Il clamore della confusione risuona dappertutto, e fragorosamente ricompaiono tutti gli errori dei secoli passati.

3 Fede. Dobbiamo avere fede. Se si guarda con occhi di fede, si scopre che 玪a Chiesa porta in se?stessa e diffonde attorno a se?la propria apologia. Chi la guarda, chi la studia con occhi di amore alla verita`, deve riconoscere che Essa, indipendentemente dagli uomini che la compongono e dalle modalita` pratiche con le quali si presenta, porta in se?stessa un messaggio di luce, universale e unico, liberatore e necessario, divino?[PAOLO VI, "Allocuzione", 23 giugno 1966].
Quando ascoltiamo parole di eresia - di questo si tratta, non mi sono mai piaciuti gli eufemismi -, quando osserviamo che si attacca impunemente la santita` del matrimonio e quella del sacerdozio; la concezione immacolata di nostra Madre, la Madonna, e la sua verginita` perpetua, con tutti gli altri privilegi e doni di cui Dio volle adornarla; il perenne miracolo della presenza reale di Cristo nella santa Eucaristia, il primato di Pietro, e perfino la risurrezione di nostro Signore, come non sentire l'anima colma di tristezza? Ma abbiate fiducia: la santa Chiesa e` incorruttibile. 獿a Chiesa vacillera` se vacilla il suo fondamento, ma forse Cristo potra` vacillare? Dato che Cristo non vacilla, la Chiesa restera` salda fino alla fine dei tempi?[SANT'AGOSTINO, "Enarrationes in Psalmos", 103, 2, 5; PL 37, 1353].

L'umano e il divino nella Chiesa

4 Come in Cristo vi sono due nature - l'umana e la divina - cosi`, analogicamente, possiamo parlare di un elemento umano e di uno divino nella Chiesa. A tutti e` evidente la componente umana. La Chiesa, in questo mondo, e` composta di uomini ed e` per gli uomini, e dire uomo significa parlare di liberta`, della possibilita` di cose grandi e di meschinita`, di eroismi e di cedimenti.
Se ci limitassimo soltanto a questa componente umana della Chiesa, non riusciremmo a capirla, perche?non saremmo giunti alla porta del mistero. La Sacra Scrittura utilizza molti termini - tratti dall'esperienza terrena - per applicarli al Regno di Dio e alla sua presenza fra di noi, nella Chiesa. La paragona all'ovile, al gregge, alla casa, al seme, alla vigna, al campo nel quale Dio pianta o edifica. Pero` c'e` un'espressione che compendia tutto: la Chiesa e` il Corpo di Cristo.
玂ra egli pose alcuni come apostoli, altri profeti, altri evangelisti, altri pastori e maestri, per rendere atti i santi a compiere il ministero, per edificare il Corpo di Cristo?["Ef" 4, 11-12]. San Paolo scrive anche: 獵osi` anche noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo in Cristo, e individualmente siamo membra gli uni degli altri?["Rm" 12, 5]. Com'e` luminosa la nostra fede! Tutti siamo in Cristo, poiche?獷gli e` il capo del corpo della Chiesa?["Col" 1, 18].

5 Questa e` la fede che i cristiani hanno sempre professato. Ascoltiamo queste parole di sant'Agostino: 獷 fin da allora il Cristo intero e` formato dal capo e dal corpo, verita` che indubbiamente conoscete bene. Il capo e` il nostro stesso Salvatore, che pati` sotto Ponzio Pilato e ora, dopo essere risuscitato dai morti, siede alla destra del Padre. E il suo corpo e` la Chiesa. Non questa o quella chiesa, ma la Chiesa che vediamo diffusa in tutto il mondo. E non e` neppure quella che comprende gli uomini di oggi, poiche?appartengono a essa anche coloro che vissero prima di noi e quelli che vivranno dopo, fino alla fine del mondo. Quindi tutta la Chiesa, formata dall'insieme dei fedeli - perche?tutti i fedeli sono membra di Cristo -, ha Cristo per Capo, il quale governa il suo corpo dal Cielo. E, benche?questo Capo sembri invisibile al corpo, tuttavia e` unito a lui dall'amore?[SANT'AGOSTINO, "Enarrationes in Psalmos", 56, 1; PL 36, 662].

6 Ora comprendete perche?non si possono separare la Chiesa visibile e quella invisibile. La Chiesa e`, allo stesso tempo, corpo mistico e corpo giuridico. 玃er il fatto stesso di essere corpo, la Chiesa la si discerne con gli occhi? cosi` ha insegnato Leone XIII [LEONE XIII, enc. "Satis cognitum", AAS 28, p. 710]. Nel corpo visibile della Chiesa - nel comportamento degli uomini che la compongono sulla terra - possono esserci miserie, incertezze, tradimenti. Ma non e` li` che si esaurisce la Chiesa, ne?puo` essere identificata con tali condotte erronee: non mancano, invece, qui e adesso, gesti di generosita`, decisioni eroiche, vite di santita` che non fanno rumore, che vengono spese con gioia nel servizio dei fratelli nella fede e di tutte le anime.
Pensate, inoltre, che, perfino se i cedimenti dovessero essere numericamente superiori agli atti di coraggio, resterebbe ancora questa realta` mistica - vera, innegabile, benche?inafferrabile ai sensi - che e` il Corpo di Cristo, ossia nostro Signore stesso, l'azione dello Spirito Santo e l'amorosa presenza del Padre.
Pertanto, la Chiesa e` inseparabilmente umana e divina. 獷` una societa` divina per la sua origine, soprannaturale per il suo fine e per i mezzi prossimamente ordinati a questo fine; ma, poiche?si compone di uomini, e` una comunita` umana?[LEONE XIII, enc. "Satis cognitum", AAS 28, p. 724]. Vive e agisce nel mondo, pero` il suo fine e la sua forza non sono in terra, ma nel Cielo.
Sono completamente fuori strada coloro che vogliono distinguere una Chiesa 玞arismatica?- che sarebbe quella effettivamente fondata da Cristo - e un'altra giuridica o 玦stituzionale? che sarebbe opera degli uomini e semplice effetto di contingenze storiche. C'e` una sola Chiesa. Cristo ha fondato una sola Chiesa: visibile e invisibile, con un corpo gerarchico e organizzato, con una struttura fondamentale di diritto divino, e con un'intima vita soprannaturale che la anima, la sostiene e la vivifica.
E bisogna anche ricordare che, quando il Signore istitui` la sua Chiesa, 玭on la concepi` ne?la formo` in maniera che comprendesse una pluralita` di comunita` simili nel loro genere, pero` diverse, e non legate fra loro da quei vincoli che rendono la Chiesa indivisibile e unica... Infatti, quando Gesu` parla di questo edificio mistico, nomina soltanto una sola Chiesa, che chiama sua: "Edifichero` la mia Chiesa" ("Mt" 16, 18). Se se ne immagina una diversa, non essendo stata fondata da Lui, non puo` essere la sua vera Chiesa?[LEONE XIII, enc. "Satis cognitum", AAS 28, pp. 712 e 713].
Fede, ve lo ripeto; accresciamo la nostra fede, chiedendola alla Trinita` Beatissima, di cui oggi celebriamo la festa. Potra` capitare tutto, tranne che il Dio tre volte Santo abbandoni la sua Sposa.

Il fine della Chiesa

7 San Paolo, nel primo capitolo della Lettera agli Efesini, afferma che il mistero di Dio, annunciato da Cristo, si compie nella Chiesa. Dio Padre 玹utto sottomise ai suoi piedi, e lo costitui` capo sopra tutta la Chiesa, la quale e` il suo corpo, la pienezza di Lui che tutto ricolma abbondantemente?["Ef" 1, 22]. Il mistero di Dio e` di 玼nificare in Cristo, compiuta la pienezza dei tempi, tutte le cose, del cielo e della terra?["Ef" 1, 10].
Un mistero insondabile, dato gratuitamente, per amore: poiche?Egli 玞i ha scelti in Lui prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carita`?["Ef" 1, 4]. L'Amore di Dio non ha limiti: lo stesso san Paolo annuncia che il nostro Salvatore 玽uole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verita`?[1 "Tm" 2, 4-6].
E` questo, e non altro, il fine della Chiesa: la salvezza delle anime, una per una. Per questo il Padre mando` suo Figlio, e 玞ome il Padre manda me, cosi` io mando voi?["Gv" 20, 21]. Da qui il mandato di predicare la dottrina e di battezzare, perche?nell'anima possa abitare, per mezzo della grazia, la Trinita` Beatissima: 獷` stato dato a me ogni potere nel cielo e sulla terra. Andate dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte le cose che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo?["Mt" 28, 18-20].
Sono le parole semplici e sublimi della fine del Vangelo di san Matteo: vi e` indicato l'obbligo di predicare le verita` di fede, l'urgenza della vita sacramentale, la promessa della continua assistenza di Cristo alla sua Chiesa. Non si e` fedeli al Signore se si trascurano realta` soprannaturali quali l'istruzione nella fede e nella morale cristiana, e la pratica dei Sacramenti. Con questo mandato Cristo fonda la sua Chiesa. Tutto il resto e` secondario.

La nostra salvezza e` nella Chiesa

8 Non possiamo dimenticare che la Chiesa e` molto piu` di una via di salvezza: essa e` l'unica via. Non se lo sono inventato gli uomini; e` Cristo che l'ha deciso: 獵hi credera` e sara` battezzato sara` salvo, ma chi non credera` sara` condannato?["Mc" 16, 16]. Per questo si dice che la Chiesa e` necessaria per salvarsi, intendendo tale necessita` come necessita` di mezzo. Origene scriveva gia` nel secondo secolo: 玈e qualcuno vuole salvarsi, venga in questa casa, per riuscirci... Nessuno si inganni: fuori della casa, cioe` fuori della Chiesa, nessuno si salva?[ORIGENE, "In Iesu nave hom.", 5, 3; PG 12, 841]. E san Cipriano: 玈e qualcuno, fuori dall'arca di Noe`, fosse scampato al diluvio, potremmo ammettere che chi abbandona la Chiesa possa evitare la condanna?[SAN CIPRIANO, "De catholicae Ecclesiae unitate", 6; PL 4, 503].
"獷xtra Ecclesiam, nulla salus"? E` il continuo avvertimento dei Padri: 獸uori dalla Chiesa cattolica si puo` trovare tutto? ammette sant'Agostino, 玹ranne la salvezza. Si puo` avere onore, si possono avere Sacramenti, si puo` cantare "alleluia", si puo` rispondere "amen", si puo` difendere il Vangelo, si puo` avere fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, e anche predicarla; ma se non si e` nella Chiesa cattolica non si puo` trovare la salvezza?[SANT'AGOSTINO, "Sermo ad Caesariensis Ecclesiae plebem", 6; PL 43, 456].
Tuttavia, se ne lamentava poco piu` di vent'anni fa Pio XII, 玜lcuni riducono a una vana formula la necessita` di appartenere alla vera Chiesa per ottenere l'eterna salute?[PIO XII, enc. "Humani generis", AAS 42, p. 570]. Questo dogma di fede e` la base dell'attivita` corredentrice della Chiesa, ed e` il fondamento della grave responsabilita` apostolica dei cristiani. Fra i comandamenti espliciti di Cristo c'e` quello categorico di incorporarci, con il battesimo, al suo Corpo Mistico. 獻l nostro Salvatore non soltanto ha dato il comandamento che tutti entrassero nella Chiesa, ma ha stabilito pure che la Chiesa fosse mezzo di salvezza, senza il quale nessuno potesse giungere al regno della gloria celeste?[PIO XII, "Lettera del S.Ufficio all'Arcivescovo di Boston", DS 3868.
E` verita` di fede che chi non appartiene alla Chiesa non si salva; e che chi non si battezza non entra nella Chiesa. Il Concilio di Trento stabilisce che la giustificazione, 玠opo la promulgazione del Vangelo, non puo` verificarsi senza il lavacro della rigenerazione o il desiderio di esso?[Decreto "De justificatione", c. 4, DS 1524].

9 E` una continua esigenza della Chiesa, che, da una parte, pone nella nostra anima lo stimolo dello zelo apostolico, e dall'altra mostra anche chiaramente l'infinita misericordia di Dio nei confronti delle creature.
Cosi` argomenta san Tommaso: 玈i puo` essere senza battesimo in due maniere. Primo, di fatto e di proposito, come capita a coloro che non sono battezzati ne?vogliono esserlo. Evidentemente si ha allora il disprezzo del Sacramento da parte di coloro che hanno l'uso del libero arbitrio. Percio` chi e` senza battesimo in questa maniera, non puo` conseguire la salvezza, perche?ne?sacramentalmente ne?intenzionalmente e` incorporato a Cristo, nel quale soltanto e` possibile la salvezza. Secondo, uno puo` essere senza battesimo di fatto, ma non di proposito: per esempio, quando uno desidera di essere battezzato, ma viene accidentalmente prevenuto dalla morte prima di ricevere il battesimo. Costui senza il battesimo in atto puo` conseguire la salvezza per il desiderio del battesimo, il quale nasce dalla "fede che opera mediante la carita`", attraverso la quale l'uomo viene santificato interiormente da Dio, il cui potere non e` vincolato ai Sacramenti?[SAN TOMMASO, "Summa theologiae", III, q. 68, a. 2].
Pur essendo completamente gratuita e non dovuta a nessuno per alcun titolo - tantomeno dopo il peccato -, Dio non rifiuta a nessuno la felicita` eterna e soprannaturale: la sua generosita` e` infinita. 獷` cosa nota che coloro i quali sono vittime di ignoranza invincibile nei confronti della nostra santissima religione, e che pero` osservano con cura la legge naturale e i suoi precetti, scolpiti da Dio nel cuore di tutti, e sono disposti a obbedire a Dio e conducono una vita onesta e retta, possono conseguire quella eterna, per l'azione della luce divina e della grazia?[PIO IX, enc. "Quanto conficiamur moerore", 10 agosto 1863; DS 1677 (2866)]. Soltanto Dio conosce il cuore di ogni uomo, ed Egli non tratta le anime in massa, ma una per una. Su questa terra nessuno e` autorizzato a emettere giudizi di salvezza o di condanna eterna in casi concreti.

10 Non dimentichiamoci, pero`, che la coscienza puo` deformarsi colpevolmente, indurirsi nel peccato e fare resistenza all'azione salvifica di Dio. Da qui deriva la necessita` di predicare la dottrina di Cristo, le verita` della fede e le norme morali; ne deriva anche la necessita` dei Sacramenti, istituiti tutti da Cristo come cause strumentali della sua grazia [Cfr SAN TOMMASO, "Summa theologiae", III, q. 62, a. 1] e come rimedi alle miserie proprie del nostro stato di natura decaduta [Cfr "ibidem", q. 61, a. 2]; se ne deduce, inoltre, la convenienza di accostarsi frequentemente alla confessione e alla comunione eucaristica.
E` ben concreta, dunque, la tremenda responsabilita` di tutti, nella Chiesa, e soprattutto dei Pastori, cosi` espressa da san Paolo: 玊i scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesu` che verra` a giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti a tempo debito e indebito, confuta, minaccia, esorta con tutta longanimita` e volonta` di istruire. Verra` giorno in cui non si sopportera` piu` la sana dottrina, ma per il prurito di udire si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, distoglieranno le orecchie dalla verita`, e si volgeranno alle favole?[2 "Tm" 4, 1-4].

Il tempo della prova

11 Non saprei dire quante volte si sono realizzate queste profetiche parole dell'Apostolo. Soltanto un cieco, pero`, non sarebbe in grado di vedere che si stanno verificando ai nostri giorni quasi alla lettera. Viene rifiutata la dottrina dei comandamenti della Legge di Dio e della Chiesa, si manipola il contenuto delle beatitudini, interpretandolo in chiave politico-sociale: e se uno si sforza di essere umile, mite, puro di cuore viene trattato da ignorante o da anacronistico sostenitore di cose superate. Non si sopporta l'onere della castita`, e si inventano mille modi per burlarsi dei precetti divini di Cristo.
C'e` un sintomo che comprende tutti gli altri: il tentativo di mutare i fini soprannaturali della Chiesa. Per 玤iustizia?alcuni non intendono piu` la vita di santita`, ma una lotta politica determinata, piu` o meno intrisa di marxismo, inconciliabile con la fede cristiana. Per 玪iberazione? non intendono la lotta personale per fuggire il peccato, ma un impegno umano, forse nobile e giusto in se?stesso, ma privo di senso per il cristiano quando implica una svalorizzazione della sola cosa necessaria [Cfr "Lc" 10, 42], la salvezza eterna delle anime, una per una.

12 Con la cecita` che deriva dall'allontanarsi da Dio - 玵uesto popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore e` lontano da me?["Mt" 15, 8] - si 玡labora?un'immagine della Chiesa che non ha alcun rapporto con quella fondata da Cristo. Perfino il santo Sacramento dell'Altare - il rinnovamento del sacrificio del Calvario - e` profanato o ridotto a un mero simbolo di cio` che chiamano comunione degli uomini fra di loro. Che cosa sarebbe delle anime se nostro Signore non avesse sparso per noi anche l'ultima goccia del suo Sangue prezioso! Come e` possibile disprezzare il perpetuo miracolo della presenza reale di Cristo nel Tabernacolo? Egli e` rimasto perche?lo potessimo frequentare e adorare e perche? come pegno della gloria futura, ci decidessimo a seguire le sue orme.
Sono, questi, tempi di prova, e noi dobbiamo chiedere al Signore, con clamore incessante [Cfr "Is" 58, 1], che li accorci, che si volga con occhio misericordioso alla sua Chiesa e conceda nuovamente la luce soprannaturale alle anime dei pastori e a quelle di tutti i fedeli. La Chiesa non deve impegnarsi a piacere agli uomini, poiche?essi - da soli o in comunita` - non daranno mai la salvezza eterna: chi salva e` Dio.

Amore filiale alla Chiesa

13 E` necessario ripetere oggi a voce ben alta quelle parole di san Pietro davanti ai maggiorenti di Gerusalemme: 獷gli e` la pietra che, scartata da voi costruttori, e` divenuta testata d'angolo. E non si trova in nessun altro la salvezza. Poiche?non vi e` altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale possiamo avere la salvezza?["At" 4, 11-12].
Cosi` parlava il primo Papa, la roccia sulla quale Cristo edifico` la sua Chiesa, spinto dalla filiale devozione al Signore e dalla sollecitudine per il piccolo gregge che gli era stato affidato. Da lui e dagli altri apostoli i primi cristiani impararono ad amare profondamente la Chiesa.
Avete notato, invece, con che mancanza d'affetto si parla oggi della nostra santa Madre, la Chiesa? Com'e` consolante leggere le frasi ferventi, piene d'amore, che i Padri antichi rivolgevano alla Chiesa di Cristo! 獳miamo il Signore, nostro Dio, e amiamo la sua Chiesa? scrive sant'Agostino. 獳miamo Lui come padre, e Lei come madre. Che nessuno dica: "Si`, venero ancora gli idoli, consulto gli ossessi e gli incantatori, pero` non lascio la Chiesa di Dio, sono cattolico". Rimarreste uniti alla Madre, ma offendereste il Padre. Un altro potrebbe dire: "Dio non voglia; io non consulto gli incantatori, non interrogo gli ossessi, non pratico superstizioni sacrileghe, non adoro i demoni, non rendo culto agli dei di pietra; pero` sono del partito di Donato". A che cosa serve non offendere il Padre, sapendo che Egli vendichera` la Madre, che offendete??[SANT'AGOSTINO, "Enarrationes in Psalmos", 88, 2, 14; PL 37, 1140]. E san Cipriano, concisamente, dichiara: 玁on puo` avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per Madre?[SAN CIPRIANO, "De catholicae Ecclesiae unitate", 6; PL 4, 502].
Oggigiorno sono molti quelli che non vogliono ascoltare la vera dottrina sulla santa Madre Chiesa. Alcuni cercano di 玶einventare?l'istituzione, con la folle pretesa di voler introdurre nel Corpo Mistico di Cristo una democrazia sul tipo di quella della societa` civile o, per dir meglio, sul tipo di quella che si pretende di promuovere: tutti uguali in tutto. E non vogliono capire che, per istituzione divina, la Chiesa e` costituita dal Papa, assieme ai vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi e ai laici. Cosi` l'ha voluta Cristo.

14 La Chiesa, per volonta` divina, e` un'istituzione gerarchica. 玈ocieta` gerarchicamente organizzata? la definisce il Concilio Vaticano II ["Lumen gentium", 8], dove 玦 ministri detengono un potere sacro?["Ibidem", 18]. E la gerarchia non soltanto e` compatibile con la liberta`, ma e` al servizio della liberta` dei figli di Dio [Cfr "Rm" 8, 21].
La parola 玠emocrazia?e` priva di senso nella Chiesa, la quale - insisto - e` gerarchica per volonta` divina. 獹erarchia?peraltro significa governo santo e ordine sacro, e in nessun modo arbitrio umano o dispotismo infraumano. Nella Chiesa il Signore ha voluto un ordine gerarchico, che non deve degenerare in tirannia: perche?l'autorita` stessa e` un servizio, come lo e` l'obbedienza.
Nella Chiesa c'e` uguaglianza: i battezzati sono tutti uguali, perche?tutti figli dello stesso Dio, nostro Padre. In quanto cristiani non c'e` differenza alcuna fra il Papa e l'ultimo a essersi incorporato alla Chiesa. Pero` questa radicale uguaglianza non significa possibilita` di cambiare la costituzione della Chiesa, in cio` che Cristo ha stabilito. Per esplicita volonta` divina c'e` diversita` di funzioni, che comporta anche una differente idoneita`, e un 玞arattere?indelebile conferito dal Sacramento dell'Ordine ai ministri consacrati. Al vertice di questo ordinamento c'e` il successore di Pietro e, con lui e sotto di lui, tutti i vescovi, con la loro triplice missione di santificare, di governare e di insegnare.

15 Le verita` di fede e di morale - permettetemi l'insistenza - non si stabiliscono a maggioranza di voti: esse formano il deposito - "depositum fidei" - dato da Cristo a tutti i fedeli e affidato, per quanto riguarda l'esposizione e l'insegnamento autorevole, al Magistero della Chiesa.
Sarebbe un errore pensare che, dal momento che gli uomini hanno acquisito maggior consapevolezza dei legami di solidarieta` che li uniscono, si debba modificare la costituzione della Chiesa, per farla procedere con i tempi. I tempi non sono degli uomini, neppure degli uomini di Chiesa; i tempi sono di Dio, che e` il Signore della storia. E la Chiesa puo` dare la salvezza alle anime soltanto se rimane fedele a Cristo nella sua costituzione, nei suoi dogmi, nella sua morale.
Respingiamo, pertanto, il pensiero che la Chiesa - dimenticando il discorso della montagna - cerchi sulla terra la felicita` umana; sappiamo, infatti, che il suo unico compito consiste nel portare le anime alla gloria eterna del paradiso; respingiamo qualunque soluzione naturalistica, che non valuti il compito primario della grazia divina; rifiutiamo le opinioni materialiste, che cercano di togliere importanza, nella vita degli uomini, ai valori spirituali; rifiutiamo allo stesso modo le teorie secolarizzanti, che pretendono di identificare i fini della Chiesa di Dio con quelli degli Stati terreni: confondendo l'essenza, le istituzioni, le attivita` della Chiesa, con le similari caratteristiche della societa` temporale.

L'abisso della sapienza di Dio

16 Ricordate le considerazioni di san Paolo che abbiamo letto nell'Epistola: 玂 profondita` della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi disegni e inaccessibili le sue vie! Chi mai ha potuto conoscere la mente del Signore? O chi mai gli fu consigliere? O chi gli ha dato per primo, si` da esigerne il contraccambio? Poiche?da Lui, con Lui e per Lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen?["Rm" 11, 33-36]. Davanti alle parole di Dio, come sono meschini i disegni umani che cercano di alterare cio` che Egli ha stabilito!
Ma non vi posso nascondere che, oggi, da ogni parte, si manifesta una strana abilita` dell'uomo: non potendo nulla contro Dio, si accanisce contro gli altri, diventando un tremendo strumento del male, occasione e spinta al peccato, seminatore della confusione che porta a commettere azioni intrinsecamente cattive, facendole passare per buone.
L'ignoranza c'e` sempre stata, ma in questi momenti l'ignoranza piu` grossolana, in materia di fede e di morale, si nasconde a volte dietro nomi altisonanti, apparentemente teologici. Per questo il mandato di Cristo ai suoi Apostoli - lo abbiamo appena letto nel Vangelo - riveste una pressante attualita`: 獳ndate e insegnate a tutte le genti?["Mt" 28, 19]. Non possiamo disinteressarcene, non possiamo incrociare le braccia e chiuderci in noi stessi. Ci attende, nel nome di Dio, una grande battaglia di pace, di serenita`, di dottrina.

17 Dobbiamo essere comprensivi, coprire tutto con il manto amabile della carita`. Una carita` che ci rafforzi nella fede, che aumenti la nostra speranza e ci renda forti, per affermare con decisione che la Chiesa non e` quello che alcuni propongono. La Chiesa e` di Dio, e persegue un solo fine: la salvezza delle anime. Avviciniamoci al Signore, parliamo con Lui a tu per tu, nell'orazione, chiediamogli perdono per le nostre miserie personali e ripariamo per i nostri peccati e per quelli di coloro che forse - in questo clima di confusione - non si rendono conto di quanto gravemente stanno offendendo Dio.
Fra poco, nella santa Messa, rinnovazione incruenta del sacrificio cruento del Calvario, Gesu` si immolera` - Sacerdote e Vittima - per i peccati degli uomini. Non lasciamolo solo. Nutriamo nel nostro cuore un desiderio ardente di restare con Lui, accanto alla Croce; facciamo salire la nostra supplica fino al Padre, Dio misericordioso, perche?riporti la pace nel mondo, nella Chiesa, nelle coscienze.
Facendo cosi` troveremo - accanto alla Croce - Maria Santissima, Madre di Dio e Madre nostra. Guidati dalla sua mano benedetta giungeremo fino a Gesu` e, per mezzo di Lui, al Padre, nello Spirito Santo.

     Lealta` verso la Chiesa     

[Omelia pronunciata il 4 giugno 1972, seconda domenica dopo Pentecoste].

18 I testi liturgici di questa domenica formano una catena di invocazioni al Signore. Nell'introito Lo chiamiamo nostro sostegno, nostra roccia e difesa [Cfr "Sal" 17, 19-20; 2-3. Introito della Messa]. L'orazione riecheggia lo stesso motivo: 玊u non privi mai della tua luce quelli che si rifugiano nella solidita` del tuo amore?[Orazione della seconda domenica dopo Pentecoste].
Nel graduale continuiamo a invocarlo: 玁ei momenti di angustia ho invocato il Signore... Libera, Signore, la mia anima dalle labbra di chi mi inganna, dalle sue false parole. Dio mio, in te mi rifugio?["Sal" 119, 1-2; 7, 2. Graduale della Messa]. E` commovente questa insistenza di Dio, nostro Padre, deciso a ricordarci che dobbiamo ricorrere sempre alla sua misericordia, qualunque cosa succeda. Si`, anche adesso, in questi momenti in cui voci di confusione percorrono la Chiesa; sono momenti di smarrimento, perche?tante anime non riescono a trovare dei buoni pastori, altri Cristi, che le guidino verso l'amore del Signore; e trovano invece 玪adri e predoni? che vengono per 玶ubare, uccidere, distruggere?[Cfr "Gv" 10, 8.10].
Non dobbiamo aver paura. La Chiesa, il Corpo di Cristo, sara` sempre il cammino indefettibile e l'ovile del Buon Pastore, il solido fondamento e la via aperta a tutti gli uomini. L'abbiamo appena letto nel santo Vangelo: 獷sci per le strade e lungo le siepi e spingili a entrare, affinche?la mia casa si riempia?["Lc" 14, 23].

19 Che cos'e` la Chiesa? E dove si trova? Molti cristiani, storditi e disorientati, non trovano una risposta sicura a queste domande, e arrivano forse a pensare che le risposte formulate in tanti secoli dal Magistero - e che i buoni libri di catechismo proponevano con essenziale precisione e semplicita` - sono state 玸uperate?e devono essere sostituite da altre. Una serie di fatti e di difficolta` sembrano quasi essersi dati convegno, per oscurare il volto puro della Chiesa. Alcuni dicono: la Chiesa si trova qui, nello sforzo di adattarsi ai cosiddetti 玹empi moderni? Altri gridano: la Chiesa non e` altro che l'ansia di solidarieta` degli uomini; dobbiamo adeguarla alle circostanze attuali.
Si sbagliano. La Chiesa, oggi, e` la stessa che Cristo ha fondato, ne?puo` essere diversa. 獹li Apostoli e i loro successori sono vicari di Dio nel governo della Chiesa costituita sulla fede e sui Sacramenti della fede. Percio`, come non e` in loro potere fondare un'altra Chiesa, cosi` non possono insegnare altra fede ne?istituire altri Sacramenti: poiche?giustamente si dice che la Chiesa e` stata costruita sui Sacramenti, sgorgati dal costato di Cristo pendente dalla Croce?[SAN TOMMASO, "Summa theologiae", III, q. 64, a. 2, ad 3]. La Chiesa si fa riconoscere dalle quattro "note" che sono contenute nella confessione di fede di uno dei primi concili, e che recitiamo nel "Credo" della Messa: 獿a Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica?["Simbolo costantinopolitano", DS 150 (86)]. Sono queste le proprieta` essenziali della Chiesa, che le derivano dalla sua natura, cosi` come la volle Cristo. E, per essere essenziali, sono anche "note", cioe` segni che la distinguono da qualunque altro tipo di comunita` umana, nella quale pure si oda pronunciare il nome di Cristo.
Poco piu` di un secolo fa, il papa Pio IX riassunse brevemente questo insegnamento tradizionale: 獿a vera Chiesa di Cristo e` costituita e si riconosce, per autorita` divina, nelle quattro note a cui confessiamo di credere nel Simbolo; e ciascuna di queste note e` unita in tal maniera con le altre, che non puo` assolutamente restarne separata. Quindi, colei che veramente e` e si chiama Cattolica, deve assieme risplendere per le prerogative della unita`, della santita` e della successione apostolica?[PIO IX, "Lettera del S. Ufficio ai vescovi inglesi", 16 settembre 1864, DS 2888 (1686)]. E` questo - insisto - l'insegnamento tradizionale della Chiesa, nuovamente ripetuto nel Concilio Vaticano II, anche se in questi ultimi anni alcuni l'hanno dimenticato, spinti da un falso ecumenismo: 玅uesta e` l'unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo Una, Santa, Cattolica e Apostolica, e che il Salvatore nostro, dopo la sua Risurrezione, diede da pascere a Pietro, affidandone a lui e agli altri Apostoli la diffusione e la guida, e costitui` per sempre colonna e sostegno della verita`?["Lumen gentium", 8].

La Chiesa e` una

20 玃erche?siano una cosa sola, come lo siamo noi?["Gv" 17, 11], chiede Cristo al Padre; 玃erche?tutti siano una sola cosa, come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi una sola cosa in noi?["Gv" 17, 21]. La continua esortazione all'unita` sgorga costantemente dalle labbra di Gesu` Cristo, perche?玱gni regno diviso in se?stesso cade in rovina, e nessuna citta` o famiglia divisa in se?stessa puo` stare in piedi?["Mt" 12, 25]. Predicazione che diventa desiderio ardente: 獷d ho ancora altre pecore che non sono di quest'ovile; anche quelle io devo radunare, e ascolteranno la mia voce, e si avra` un solo gregge, e un solo pastore?["Gv" 10, 16].
Con che meravigliosi accenti il Signore ha esposto questa dottrina! Moltiplica le parole e le immagini affinche?possiamo comprenderlo, perche?resti ben impressa nella nostra anima questa passione per l'unita`: 獻o sono la vera vite, e il Padre mio e` il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perche?frutti di piu`... Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non puo` recare frutto da se?stesso se non rimane nella vite, cosi` anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto, perche?senza di me non potete far nulla?["Gv" 15, 1-5].
Non vedete come quelli che si separano dalla Chiesa, anche se sono rami frondosi, diventano rapidamente secchi, e i loro frutti si riempiono del brulichio dei vermi? Amate la Chiesa Santa, Apostolica, Romana: l'Unica Chiesa. Scrive san Cipriano: 獵hi miete altrove, fuori della Chiesa, disperde la Chiesa di Cristo?[SAN CIPRIANO, "De catholicae Ecclesiae unitate"; PL 4, 503]. E san Giovanni Crisostomo insiste: 玁on separarti dalla Chiesa. Non c'e` nulla di piu` forte della Chiesa. La tua speranza e` la Chiesa; la tua salvezza e` la Chiesa; il tuo rifugio e` la Chiesa. Essa e` piu` alta del cielo e piu` vasta della terra; non invecchia mai, la sua forza e` eterna?[SAN GIOVANNI CRISOSTOMO, "Homilia de capto Eutropio", 6].
Si difende l'unita` della Chiesa vivendo molto uniti a Cristo, che e` la vite di cui siamo i tralci. In che modo? Aumentando la nostra fedelta` al Magistero perenne della Chiesa: 獳i successori di Pietro lo Spirito Santo non fu promesso perche?per rivelazione propria propalassero una nuova dottrina, ma perche? con la sua assistenza, custodissero santamente ed esponessero fedelmente la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioe` il deposito della fede?[CONCILIO VATICANO I, "Costituzione dogmatica sulla Chiesa", DS 3070 (1836)]. In questo modo conserveremo l'unita`: venerando la nostra Madre senza macchia; amando il Romano Pontefice.

21 Alcuni affermano che siamo rimasti in pochi nella Chiesa; io risponderei loro che, se tutti custodissimo con lealta` la dottrina di Cristo, il numero crescerebbe subito considerevolmente, perche?Dio vuole che la sua casa si riempia. Nella Chiesa ritroviamo Cristo, l'Amore dei nostri amori. E per tutti dobbiamo desiderare questa vocazione, quest'intima gioia che inebria l'anima con la dolcezza luminosa del Cuore misericordioso di Gesu`.
Dobbiamo essere ecumenici, si sente dire. D'accordo. Tuttavia io temo che, dietro alcune iniziative che si autodefiniscono ecumeniche, si nasconda un inganno: perche?sono attivita` che non conducono all'amore di Cristo, la vera vite. Per questo restano senza frutto. Io chiedo al Signore ogni giorno che mi dilati il cuore, perche?continui a trasformare in amore soprannaturale l'amore che Egli ha posto nella mia anima per tutti gli uomini, senza distinzione di razza, di nazione, di cultura e di ceto. Stimo sinceramente tutti gli uomini, cattolici e non cattolici; sia che credano in qualcosa, sia che non credano, anche se questi ultimi mi sono cagione di tristezza. Pero` Cristo ha fondato una sola Chiesa e ha un'unica Sposa.
L'unione dei cristiani? Si`. Anzi, di piu`: l'unione di tutti quelli che credono in Dio. Pero` esiste una sola vera Chiesa. Non si tratta di ricostruirla con pezzi sparsi per ogni dove. E non ha bisogno di nessun tipo di purificazione per ritrovarsi finalmente pura. 獿a Sposa di Cristo non puo` essere adultera, perche?e` incorruttibile e pura. Conosce una sola casa, conserva l'inviolabilita` di un solo talamo con un pudore casto. Ella ci conserva per Dio, prepara il Regno ai figli che ha generato. Chi si separa dalla Chiesa si unisce con un'adultera, si allontana dalle promesse della Chiesa: e non otterra` le ricompense di Cristo colui che abbandona la Chiesa di Cristo?[SAN CIPRIANO, "De catholicae Ecclesiae unitate", 6; PL 4, 503].

La Chiesa e` santa

22 Adesso comprenderemo meglio come l'unita` della Chiesa porti alla santita`, e in che modo uno degli aspetti principali della sua santita` sia quest'unita` incentrata sul mistero del Dio Uno e Trino: 玌n solo corpo, un solo spirito, come c'e` una sola speranza alla quale siete stati chiamati; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che e` sopra tutti, opera in tutti ed e` in tutti?["Ef" 4, 4-6].
Santita` non significa propriamente nient'altro che unione con Dio; piu` grande e` l'intimita` con il Signore, piu` grande e` la santita`. La Chiesa e` stata voluta e fondata da Cristo in compimento della volonta` del Padre; la Sposa del Figlio, poi, e` assistita dallo Spirito Santo. La Chiesa e` dunque opera della Trinita` Beatissima; e` Santa ed e` Madre, la nostra santa Madre Chiesa. Possiamo ammirare nella Chiesa una perfezione che potremmo chiamare originale, e un'altra finale, escatologica. A tutte e due si riferisce san Paolo nell'epistola agli Efesini: 獵risto ha amato la Chiesa e ha dato se?stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell'acqua e mediante la Parola, al fine di presentarci la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia, ne?ruga o altro del genere, ma santa e immacolata?["Ef" 5, 25-27].
La santita` originale e costitutiva della Chiesa puo` essere oscurata, ma mai distrutta, perche?e` indefettibile: 獿e porte dell'inferno non prevarranno contro di essa?["Mt" 16, 18]; puo` restare nascosta agli occhi umani, in alcuni momenti di cecita` quasi collettiva. Pero` san Pietro da` ai cristiani il titolo di ?gens sancta"?[1 "Pt" 2, 9], popolo santo. Essendo membri di un popolo santo tutti i fedeli hanno ricevuto questa vocazione alla santita` e devono sforzarsi di corrispondere alla grazia ed essere, ognuno personalmente, santi. Lungo l'arco della storia, e anche oggi, ci sono tanti cattolici che si sono effettivamente santificati: giovani e vecchi, celibi e sposati, sacerdoti e laici, uomini e donne.
La santita` personale di tanti fedeli - oggi come ieri - non fa rumore. In genere non riconosciamo la santita` di tante persone qualsiasi, che lavorano e vivono in mezzo a noi. Davanti agli sguardi terreni sono piu` evidenti il peccato e le mancanze di fedelta`, perche?attirano maggiormente l'attenzione.

23 "Gens sancta", popolo santo, composto da creature con le loro miserie: questa apparente contraddizione segna un aspetto del mistero della Chiesa. La Chiesa, che e` divina, e` anche umana, perche?e` formata di uomini, e gli uomini hanno i loro difetti: ?Omnes homines terra et cinis"?["Sir" 17, 27], tutti noi siamo impastati di terra e cenere.
Nostro Signore Gesu` Cristo, che fonda la santa Chiesa, si attende che i membri di questo popolo si sforzino continuamente di raggiungere la santita`. Ma non tutti rispondono con lealta` alla sua chiamata. Ed e` cosi` che nella Sposa di Cristo si ritrovano, nello stesso tempo, le meraviglie del cammino di salvezza e le miserie di coloro che lo percorrono.
獻l divino Redentore volle che il ceto degli uomini da Lui fondato fosse anche una societa` perfetta nel suo genere, fornita di tutti gli elementi giuridici e sociali per perpetuare in terra l'opera salutare della Redenzione... Se nella Chiesa si scorge qualche cosa che denota la debolezza della nostra condizione, cio` non deve attribuirsi alla sua costituzione giuridica, ma piuttosto alla deplorevole tendenza dei suoi singoli membri al male, tendenza che il divino Fondatore permette che esista anche nei membri piu` ragguardevoli del suo Corpo Mistico, affinche?venga messa alla prova la virtu` sia delle pecorelle sia dei pastori e in tutti si accumulino i meriti della fede cristiana?[PIO XII, enc. "Mystici Corporis", 29 giugno 1943].
E` questa la realta` della Chiesa, qui e ora. La santita` della Sposa di Cristo e` pertanto compatibile con l'esistenza, nel suo seno, di persone non prive di difetti. 獵risto, infatti, dalla societa` che aveva fondata, non volle che fossero esclusi i peccatori: se dunque alcuni membri soffrono malattie spirituali, non c'e` motivo di diminuire il nostro amore verso la Chiesa, ma piuttosto di aumentare la nostra pieta` verso le sue membra?[PIO XII, enc. "Mystici Corporis", 29 giugno 1943].

24 Darebbe prova di scarsa maturita` chi, davanti ai difetti e alle miserie di coloro che appartengono alla Chiesa, chiunque essi siano - e per quanto alte siano le loro funzioni -, sentisse diminuire la sua fede nella Chiesa e in Cristo. La Chiesa non e` governata ne?da Pietro, ne?da Giovanni, ne?da Paolo; e` governata dallo Spirito Santo, e il Signore ha promesso che rimarra` al suo fianco 玹utti i giorni fino alla consumazione dei secoli?["Mt" 28, 20].
Ascoltate cio` che dice san Tommaso, insistendo su questo argomento, a proposito della ricezione dei Sacramenti, che sono causa e segno della grazia santificante: 獵hi si accosta a ricevere i Sacramenti, li riceve dal ministro della Chiesa, non in quanto e` quella data persona, ma in quanto e` ministro della Chiesa. Percio` finche?la Chiesa lo tollera nel ministero, chi da lui riceve i Sacramenti, viene a comunicare non con il peccato di costui, ma con la Chiesa che lo presenta come ministro?[SAN TOMMASO, "Summa theologiae", III, q. 64, a. 6, ad 2]. Quando il Signore permette che la debolezza umana appaia, la nostra reazione deve essere quella di chi vede la propria madre ammalata o maltrattata: deve amarla di piu`, moltiplicare le manifestazioni esterne e interne di affetto.
Se amiamo la Chiesa, non sorgera` mai dentro di noi l'interesse morboso di presentare come colpe della Madre le miserie di alcuni suoi figli. La Chiesa, Sposa di Cristo, non ha motivo di intonare alcun "mea culpa". Noi invece si`: "玀ea culpa, mea culpa, mea maxima culpa!"? Questo e` il vero 玬eaculpismo? quello personale, e non quello che infierisce contro la Chiesa, indicando ed esagerando i difetti umani che, in questa Madre santa, derivano dalle azioni che vi compiono gli uomini, fin dove gli uomini possono arrivare, ma che non giungeranno mai a distruggere - anzi neppure a toccare - quella che e` la santita` originaria e costitutiva della Chiesa.
Dio nostro Signore ha paragonato infatti la Chiesa a un'aia, dove si ammucchia la paglia assieme al frumento, dal quale verra` poi il pane per la tavola e per l'altare; ha paragonato la Chiesa a una rete da pesca ?ex omni genere piscium congreganti"?["Mt" 13, 47]: che raccoglie pesci buoni e cattivi, e questi ultimi verranno buttati via!

25 Il mistero della santita` della Chiesa - questa luce originaria, che puo` essere eclissata dalle ombre della bassezza umana - respinge perfino il piu` piccolo pensiero di sospetto o di dubbio sulla bellezza di nostra Madre. E non si puo` tollerare senza proteste che altri la insultino. Non cerchiamo nella Chiesa i lati vulnerabili alla critica, come fanno taluni che non dimostrano ne?fede ne?amore. Non concepisco che si possa vivere un affetto autentico per la propria madre, e al tempo stesso che si parli di lei con glaciale distacco.
Nostra Madre e` Santa, perche?e` nata pura e continuera` a essere senza macchia per l'eternita`. Se qualche volta non riusciamo a intravedere la bellezza del suo volto, siamo noi a doverci pulire gli occhi; se notiamo che la sua voce non ci aggrada, curiamo la durezza delle nostre orecchie che ci impedisce di cogliere, nel loro tono, i richiami del Pastore amoroso. La nostra Madre e` Santa, della santita` di Cristo, a cui e` unita nel corpo - che siamo tutti noi - e nello spirito, che e` lo Spirito Santo, che dimora nel cuore di ognuno di noi, se ci conserviamo nella grazia di Dio.
Santa, Santa, Santa! Cosi` osiamo inneggiare alla Chiesa, evocando l'inno in onore della Beatissima Trinita`. Tu sei Santa, Chiesa, Madre mia, perche?ti ha fondato il Figlio di Dio, che e` Santo; sei Santa, perche?cosi` ha voluto il Padre, fonte di ogni santita`; sei Santa, perche?ti assiste lo Spirito Santo, che abita nell'anima dei fedeli, per riunire i figli del Padre, che abiteranno nella Chiesa del Cielo, la Gerusalemme eterna.

La Chiesa e` cattolica

26 Dio 玽uole che tutti gli uomini si salvino e arrivino alla conoscenza della verita`. Perche?uno solo e` Dio, e uno solo il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Gesu` Cristo, che ha dato se?stesso in riscatto per tutti?[1 "Tm" 2, 4-6]. Cristo istituisce una sola Chiesa, la sua Chiesa; per questo la Sposa di Cristo e` Una e Cattolica: universale, per tutti gli uomini.
Da secoli la Chiesa e` diffusa in tutto il mondo; ed e` composta da persone di tutte le razze e condizioni sociali. Pero` la cattolicita` della Chiesa non dipende dall'estensione geografica, che comunque ne e` segno visibile e motivo di credibilita`. La Chiesa era cattolica gia` nella Pentecoste; nasce cattolica dal cuore piagato di Gesu`, come un fuoco alimentato dallo Spirito Santo.
Nel secondo secolo i cristiani chiamavano cattolica la Chiesa per distinguerla dalle se`tte che, utilizzando il nome di Cristo, tradivano in qualche punto la sua dottrina. 獿a chiamiamo cattolica? scrive san Cirillo, 玭on soltanto perche?e` diffusa su tutta la terra, dall'uno all'altro confine, ma perche?in modo universale e senza alcun difetto insegna tutti i dogmi che gli uomini devono conoscere, e che riguardano cio` che e` visibile e cio` che non lo e`, cio` che e` celeste e cio` che e` terreno. E anche perche?unifica nel retto culto tutti gli uomini, governanti e semplici cittadini, dotti e ignoranti. E, infine, perche?cura e sana da ogni genere di peccati, dell'anima e del corpo, e perche?possiede inoltre - in qualunque modo le si voglia chiamare - tutte le virtu`, nei fatti e nelle parole e in ogni specie di doni spirituali?[SAN CIRILLO, "Catecheses", 18, 23].
La cattolicita` della Chiesa non dipende neppure dal plauso o dalla considerazione dei non cattolici; ne?ha alcun rapporto con il fatto che, in problemi non spirituali, le opinioni di alcune persone dotate di autorita` nella Chiesa siano prese in considerazione - e a volte strumentalizzate - da mezzi di opinione pubblica di correnti vicine al loro pensiero. Capitera` con frequenza che la parte di verita` che si trova in qualunque ideologia umana, trovi un'eco o un fondamento nell'insegnamento perenne della Chiesa; il che e`, in una certa misura, un segno della divinita` della rivelazione che il Magistero custodisce. Pero` la Sposa di Cristo e` cattolica anche quando sia deliberatamente ignorata da molti, e anche oltraggiata e perseguitata, come purtroppo oggi capita in molti luoghi.

27 La Chiesa non e` un partito politico, ne?un'ideologia sociale, ne?un'organizzazione mondiale di concordia o di progresso materiale, pur riconoscendo la nobilta` di queste e altre attivita`. La Chiesa ha sempre svolto, e svolge, un immenso lavoro a vantaggio dei bisognosi, di coloro che soffrono, di tutti coloro che patiscono in qualche maniera le conseguenze dell'unico vero male, che e` il peccato. E a tutti - a coloro che in un modo o nell'altro sono bisognosi, come a quelli che credono di godere della pienezza dei beni materiali - la Chiesa viene a confermare l'unica cosa essenziale, definitiva: che il nostro destino e` eterno e soprannaturale, che soltanto in Cristo abbiamo la salvezza eterna, e che soltanto in Lui otterremo in qualche modo gia` in questa vita la vera pace e la vera felicita`.
Pregate ora con me Dio nostro Signore perche?i cattolici non dimentichino mai queste verita`, e si decidano a metterle in pratica. La Chiesa Cattolica non ha bisogno dell'approvazione degli uomini, perche?e` opera di Dio.
Ci mostreremo cattolici se diamo frutti di santita`, perche?la santita` non conosce frontiere ne?e` patrimonio di alcun particolarismo umano. Ci mostreremo cattolici se preghiamo, se cerchiamo continuamente di rivolgerci a Dio, se ci sforziamo sempre e in tutto di essere giusti - dando al termine giustizia tutta la sua portata, perche?in questi tempi e` utilizzato frequentemente in senso materialista ed erroneo -, se amiamo e difendiamo la liberta` personale degli altri uomini.
Vi ricordo anche un altro segno, chiaro, della cattolicita` della Chiesa: la fedele conservazione e amministrazione dei Sacramenti cosi` come sono stati istituiti da Cristo, senza tergiversazioni umane ne?falsi tentativi di sottoporli a condizionamenti psicologici o sociologici. Perche?玭essuno puo` deliberare sulle cose che sono in potere di un altro, ma solo su quelle che sono in suo potere. Essendo quindi la santificazione dell'uomo in potere di Dio santificatore, non compete all'uomo decidere a suo arbitrio circa le cose che lo devono santificare, ma esse devono venire determinate per istituzione divina?[SAN TOMMASO, "Summa theologiae", III, q. 60, a. 5]. I tentativi di togliere universalita` all'essenza dei Sacramenti avrebbero forse ragion d'essere se si trattasse soltanto di 玸egni? di simboli, che operassero in conformita` alle leggi naturali di comprensione e di intelligenza. Pero` i 玈acramenti della nuova legge sono allo stesso tempo cause e segni. Per questo si dice comunemente che essi producono cio` che significano. E cio` dimostra pure che sono Sacramenti in modo perfetto: perche?sono ordinati a cio` che e` sacro non solo come segni, ma anche come cause?[SAN TOMMASO, "Summa theologiae", III, q. 62, a. 1, ad 1].

28 Questa Chiesa Cattolica e` romana. Io gusto il sapore di questa parola: romana. Mi sento romano, perche?romano vuol dire universale, cattolico; perche?cosi` mi sento spinto ad amare teneramente il Papa, 玦l dolce Cristo in terra? come piaceva ripetere a santa Caterina da Siena, che considero come un'amica carissima.
獶a questo centro cattolico romano? sottolineava Paolo VI nel discorso di chiusura del Concilio Vaticano II, 玭essuno e`, in via di principio, irraggiungibile; in linea di principio tutti possono e debbono essere raggiunti. Per la Chiesa cattolica nessuno e` estraneo, nessuno e` escluso, nessuno e` lontano?[SACROSANCTUM OECUMENICUM CONCILIUM VATICANUM II, "Constitutiones, Decreta, Declarationes", Vaticano 1966, p. 1079]. Io venero con tutte le mie forze la Roma di Pietro e di Paolo, bagnata dal sangue dei martiri, centro di espansione per tanti che hanno propagato nel mondo intero la parola salvifica di Cristo. Essere romano non racchiude nessun significato di particolarismo, bensi` diecumenismo autentico; presuppone il desiderio di allargare il cuore, di aprirlo a tutti con l'ansia redentrice di Cristo, che tutti cerca e tutti accoglie, perche?tutti ha amato per primo.
Sant'Ambrogio ha scritto alcune brevi parole, che sembrano quasi un canto di gioia: 獶ove c'e` Pietro, li` c'e` la Chiesa; e dove c'e` la Chiesa non regna la morte, ma la vita eterna?[SANT'AMBROGIO, "In XII Ps. Enarratio", 40, 30]. Perche?dove sono Pietro e la Chiesa, c'e` Cristo: ed egli e` la salvezza, l'unico cammino.

La Chiesa e` apostolica

29 Nostro Signore fonda la sua Chiesa sulla debolezza - ma anche sulla fedelta` - di alcuni uomini, gli Apostoli, ai quali promette l'assistenza costante dello Spirito Santo. Leggiamo ancora una volta questo testo ben noto, ma sempre nuovo e attuale: 獷` stato dato a me ogni potere nel cielo e sulla terra. Andate, dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte le cose che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo?["Mt" 28, 18-20].
La predicazione del Vangelo non sorge in Palestina per iniziativa personale di alcuni uomini infervorati. Che cosa potevano fare gli Apostoli? In mezzo alla gente del loro tempo, non contavano nulla: non erano ricchi, ne?colti, ne?eroi secondo lo stampo umano. Gesu` getta sulle spalle di questo pugno di discepoli un compito immenso, divino. 玁on siete stati voi a scegliere me, ma io ho scelto voi, e vi ho costituiti perche?andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia stabile; affinche?tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo dia?["Gv" 15, 16].
Lungo i duemila anni della sua storia, la Chiesa conserva ininterrotta la successione apostolica. 獻 vescovi? dichiara il Concilio di Trento, 玸ono succeduti agli apostoli e sono posti, come dice lo stesso Apostolo [Paolo], dallo Spirito Santo per reggere la Chiesa di Dio ("At" 20, 28)?[CONCILIO DI TRENTO, "Dottrina sul Sacramento dell'Ordine", DS 1768 (960)]. E fra gli Apostoli, lo stesso Cristo fa oggetto Simone di una scelta speciale: 玊u sei Pietro, e su questa pietra edifichero` la mia Chiesa?["Mt" 16, 18]. E aggiunge: 獻o ho pregato per te, che la tua fede non abbia a venir meno: e tu, quando ti sarai convertito, conferma i tuoi fratelli?["Lc" 22, 32].
Pietro si trasferisce a Roma e vi stabilisce la sede del primato, del Vicario di Cristo. E` a Roma dunque dove si avverte meglio la successione apostolica, e per questo e` chiamata la sede apostolica per antonomasia. Il Concilio Vaticano I, con le parole di un Concilio precedente, quello di Firenze, ha proclamato che 玹utti i fedeli di Cristo devono credere che la Santa Sede Apostolica e il Romano Pontefice possiedono il primato su tutto il mondo, e che lo stesso Romano Pontefice e` il successore del beato Pietro, principe degli Apostoli, e vero vicario di Cristo, e capo di tutta la Chiesa, e padre e maestro di tutti i cristiani; e che a lui fu dato da nostro Signore Gesu` Cristo, nella persona del beato Pietro, pieno potere di pascere, reggere e governare la Chiesa universale?[CONCILIO VATICANO I, "Costituzione dogmatica sulla Chiesa", DS 3059 (1826)].

30 Il supremo potere del Romano Pontefice e la sua infallibilita`, quando parla "ex cathedra", non sono un'invenzione umana: si basano sull'esplicita volonta` fondazionale di Cristo. Non ha alcun senso percio` opporre il governo del Papa a quello dei vescovi o ridurre la validita` del Magistero pontificio all'assenso dei fedeli! Non c'e` nulla di piu` estraneo alla Chiesa dell'equilibrio dei poteri; non ci servono gli schemi umani, per quanto possano essere attraenti e funzionali. Nessuno nella Chiesa gode di per se? in quanto uomo, della potesta` assoluta; nella Chiesa non c'e` altro capo che Cristo; e Cristo ha voluto affidare a un suo Vicario - il Romano Pontefice - la sua Sposa pellegrina in questa terra.
La Chiesa e` Apostolica per costituzione: 獵olei che e` veramente e si chiama Cattolica, deve assieme brillare per la prerogativa dell'unita`, della santita` e della successione apostolica. Cosi`, la Chiesa e` Una, con l'unita` chiara e perfetta di tutta la terra e di tutte le nazioni, con l'unita` della quale e` principio, radice e origine indefettibile la suprema autorita` e l'eccellente primato del beato Pietro, principe degli Apostoli, e dei suoi successori sulla cattedra romana. E non esiste un'altra Chiesa Cattolica, diversa da quella che, edificata sull'unico Pietro, si innalza per l'unita` della fede e per la carita` in un solo corpo coerente e compatto?[PIO IX, "Lettera del S. Ufficio ai vescovi inglesi", DS 2888 (1686)].
Contribuiamo a rendere piu` evidente agli occhi di tutti questa apostolicita`, manifestando con squisita fedelta` l'unione al Papa, che e` unione a Pietro. L'amore al Romano Pontefice deve essere in noi vibrante e appassionato, perche?in lui vediamo Cristo. Se parliamo col Signore nella preghiera, acquisteremo uno sguardo limpido, che ci fara` distinguere, anche negli avvenimenti che a volte non capiamo e che ci causano lacrime e dolore, l'azione dello Spirito Santo.

Ogni cristiano e` chiamato all'apostolato

31 La Chiesa ci santifica dal momento in cui, grazie al battesimo, entriamo nel suo seno. Appena nati alla vita naturale, possiamo gia` aver parte alla grazia santificante. 獿a fede di un altro, anzi di tutta la Chiesa, giova al bambino in virtu` dell'operazione dello Spirito Santo che unisce la Chiesa e mette l'uno in comunicazione di beni con l'altro?[SAN TOMMASO, "Summa theologiae", III, q. 68, a. 9, ad 2]. E` meravigliosa questa maternita` soprannaturale della Chiesa, conferitale dallo Spirito Santo. 獿a rigenerazione spirituale prodotta dal battesimo somiglia in qualche modo alla nascita fisica, nel senso che i bambini, come non prendono il cibo da se?quando sono ancora nel seno materno, ma vengono sostentati dal nutrimento della madre, cosi` finche?non hanno l'uso di ragione e vivono quasi nel seno della madre Chiesa, non si applicano la salvezza da se?stessi, ma per mezzo della Chiesa?[SAN TOMMASO, "Summa theologiae", III, q. 68, a. 9, ad 1].
Risalta in tutta la sua grandezza il potere sacerdotale della Chiesa, che deriva direttamente da Cristo. 獵risto e` la fonte di ogni sacerdozio; perche?quello dell'Antica Legge ne era la figura, e quello della Nuova Legge agisce in suo nome, secondo l'affermazione di san Paolo (2 "Cor" 2, 10): "Anch'io, se ho perdonato qualcosa, l'ho fatto per riguardo a voi, in persona di Cristo"?[SAN TOMMASO, "Summa theologiae", III, q. 22, a. 4].
La mediazione salvifica tra Dio e gli uomini si perpetua nella Chiesa per mezzo del Sacramento dell'Ordine, che abilita - in virtu` del carattere e della grazia che ne conseguono - a operare come ministri di Cristo in favore di tutte le anime. 獻l fatto che uno possa realizzare un atto di cui un altro e` incapace, non deriva da differenze nella bonta` o nella malizia, ma dalla potesta` acquisita, che uno possiede e un altro no. Per questo, poiche?il laico non ha la potesta` di consacrare, non puo` operare la consacrazione qualunque sia il grado della sua bonta` personale?[SAN TOMMASO, "In IV Sent.", d. 13, q. 1, a. 1].

32 Nella Chiesa c'e` diversita` di ministeri, ma il fine e` uno solo: la santificazione degli uomini. E a questo compito partecipano in qualche modo tutti i cristiani, per il carattere ricevuto con i Sacramenti del battesimo e della cresima. Tutti dobbiamo sentirci responsabili di questa missione della Chiesa, che e` la stessa missione di Cristo. Chi non sente zelo per la salvezza delle anime, chi non cerca con tutte le sue forze di far si` che il nome e la dottrina di Cristo siano conosciuti e amati, non potra` comprendere l'apostolicita` della Chiesa.
Un cristiano passivo non ha ancora capito cio` che Cristo chiede a tutti noi. Un cristiano che pensi ai 玣atti suoi? trascurando la salvezza degli altri, non ama con il Cuore di Gesu`. L'apostolato non e` missione esclusiva della Gerarchia, ne?dei sacerdoti o dei religiosi. Il Signore ci chiama tutti a essere strumenti, con l'esempio e la parola, di quella fonte di grazia che balza fino alla vita eterna.
Ogni volta che leggiamo gli Atti degli Apostoli, ci commuoviamo di fronte all'audacia, alla fede nella loro missione e alla gioia, in mezzo ai sacrifici, dei discepoli di Cristo. Non cercano le folle. E anche se le folle vengono, essi si rivolgono a ogni anima in concreto, a ogni uomo, uno per uno: Filippo, all'etiope [Cfr "At" 8, 26-40]; Pietro, al centurione Cornelio [Cfr "At" 10, 1-48]; Paolo, a Sergio Paolo [Cfr "At" 13, 6-12].
Avevano imparato dal Maestro. Ricordatevi di quella parabola degli operai che attendevano lavoro in mezzo alla piazza del villaggio. Quando, a giorno inoltrato, arriva il padrone della vigna, si accorge che c'e` ancora gente con le mani in mano: 玃erche?ve ne state qui tutto il giorno oziosi?? 玃erche?nessuno ci ha assoldati?["Mt" 20, 6-7], rispondono. Questo non deve accadere nella vita del cristiano; non deve esserci nessuno al suo fianco che possa affermare di non aver mai udito parlare di Cristo, perche?nessuno glielo ha annunciato.
Gli uomini pensano spesso che nulla impedisca loro di fare a meno di Dio. Si sbagliano. Anche se non lo sanno, giacciono come il paralitico della piscina probatica: incapaci di muoversi verso le acque che salvano, verso la dottrina che riempie l'anima di gioia. La colpa e`, molte volte, dei cristiani; quelle persone potrebbero infatti ripetere: ?hominem non habeo"?["Gv" 5, 7], non ho nessuno che mi aiuti. Ogni cristiano deve essere apostolo, perche?Dio, pur non avendo bisogno di nessuno, tuttavia ha bisogno di noi. Conta su di noi perche?ci dedichiamo a diffondere la sua dottrina di salvezza.

33 Stiamo contemplando il mistero della Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica. E` giunta l'ora di chiederci: condivido la sete di anime di Cristo? Prego per la Chiesa, della quale faccio parte, e nella quale devo realizzare una missione specifica, che nessun altro puo` fare in vece mia? Stare nella Chiesa e` gia` molto: ma non basta. Dobbiamo "essere" Chiesa, perche?nostra Madre non deve mai esserci estranea, al di fuori, lontana dai nostri pensieri piu` profondi.
Concludiamo queste considerazioni sulle "note" della Chiesa. Con l'aiuto del Signore, esse resteranno impresse nelle nostre anime, confermando in noi un criterio chiaro, sicuro, divino, per amare di piu` questa Madre santa, che ci ha fatto nascere alla vita della grazia, e ci nutre giorno per giorno con inesauribile sollecitudine.
Se per caso udite parole o grida di offesa contro la Chiesa, mostrate, con umanita` e con carita`, ai disamorati, che non si puo` maltrattare questa Madre. Adesso la attaccano impunemente perche?il suo regno, quello del suo Maestro e Fondatore, non e` di questo mondo. 獸inche?il frumento geme in mezzo alla paglia, finche?le spighe soffrono in mezzo alla zizzania, finche?si lamentano i vasi di misericordia fra i vasi d'ira, finche?piange il giglio fra le spine, non mancheranno i nemici che dicono: Quando morira` e sparira` il suo nome? Vedrete che verra` il tempo nel quale spariranno i cristiani, e non ci saranno piu`... Pero`, dopo aver detto questo, essi muoiono senza scampo. E la Chiesa permane?[SANT'AGOSTINO, "Enarrationes in Psalmos", 70, II, 12].
Qualunque cosa succeda, Cristo non abbandonera` la sua Sposa. La Chiesa trionfante e` gia` con Lui, alla destra del Padre. E da la` ci chiamano i nostri fratelli, i cristiani che glorificano Dio per questa realta` che noi vediamo ancora avvolta nella chiara penombra della fede: la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica.

     Sacerdote per l'eternita`     

[Omelia pronunciata il 13 aprile 1973, venerdi` di Passione e commemorazione, un tempo, dei sette dolori della Beata Vergine Maria].

34 Qualche giorno fa, durante la celebrazione della santa Messa, mi sono soffermato un istante sulle parole del salmo che la liturgia proponeva come antifona di Comunione: 獻l Signore e` il mio pastore, non manco di nulla?["Sal" 22, 1. Antifona alla Comunione del sabato della IV settimana di Quaresima]. Questa invocazione mi aveva riportato alla memoria il versetto di un altro salmo che si recitava un tempo nella cerimonia della prima tonsura: 獻l Signore e` la parte della mia eredita`?["Sal" 15, 5]. Cristo stesso si mette infatti nelle mani dei sacerdoti, che diventano cosi` 玠ispensatori dei misteri?- dei portenti - 玠el Signore?[1 "Cor" 4, 1].
La prossima estate riceveranno gli Ordini Sacri una cinquantina di membri dell'Opus Dei. E` gia` dal 1944 che - come evento di grazia e di servizio alla Chiesa - si avvicendano queste leve sacerdotali che riguardano ogni anno un piccolo gruppo di membri dell'Opera. E tuttavia, ogni anno, ci sono persone che se ne stupiscono. Com'e` possibile - si domandano - che trenta, quaranta, cinquanta uomini la cui vita e` piena di successo e di promesse siano disposti a divenire sacerdoti? Vorrei fare, al riguardo, alcune considerazioni, con il rischio, magari, di accrescere le perplessita` di tali persone.

Perche?il sacerdozio

35 Il santo Sacramento dell'Ordine Sacerdotale verra` dunque amministrato a un gruppo di membri dell'Opera, tutti con una valida - e, in qualche caso, lunga - esperienza di medici, avvocati, ingegneri, architetti e cosi` via. Provengono dalle piu` svariate attivita` professionali e, come frutto del loro lavoro, sono uomini che possono legittimamente aspirare a posti anche di rilievo nel loro a`mbito sociale.
Diventano sacerdoti per servire. Non per comandare, non per brillare, ma per donarsi - in un silenzio incessante e divino - al servizio di tutte le anime. Una volta ordinati sacerdoti, non si lasceranno trascinare dalla tentazione di imitare le occupazioni e il lavoro dei laici, ancorche?tali compiti siano loro ben noti per averli svolti fino a ora e per avere consolidato in essi una mentalita` laicale che non perderanno mai piu`.
La loro competenza nei vari settori del sapere umano - storia, scienze naturali, psicologia, diritto, sociologia - benche?sia una componente necessaria alla loro mentalita` laicale, non li indurra` a presentarsi con la patente di sacerdoti-psicologi, di sacerdoti-biologi, di sacerdoti-sociologi...; ricevono il Sacramento dell'Ordine per essere - ne?piu` ne?meno - "sacerdoti-sacerdoti", sacerdoti al cento per cento.

36 E` probabile che in tante questioni temporali e umane ne sappiano di piu` di molti laici. E tuttavia, una volta ordinati, lasceranno in ombra con gioia tale competenza, per rafforzarsi in continua preghiera, per parlare soltanto di Dio, per predicare il Vangelo e amministrare i Sacramenti. E` questo, per cosi` dire, il loro nuovo lavoro professionale a cui dedicheranno tutte le ore del giorno, che sembreranno sempre poche. Dovranno, infatti, studiare incessantemente la scienza di Dio, orientare spiritualmente tante anime, ascoltare molte confessioni, predicare instancabilmente e pregare tanto, tanto, avendo il cuore sempre la`, nel Tabernacolo, ove e` realmente presente Colui che ci ha scelti per essere suoi in una dedizione meravigliosa e piena di gioia, pur nelle prove da cui nessuna creatura e` immune.
Ma forse queste considerazioni, come vi dicevo, possono aumentare i motivi di sorpresa. Taluni insisteranno nel domandarsi: perche?rinunciare a tante cose buone e nobili di questa terra, al lavoro professionale, brillante o meno, all'influsso dell'esempio cristiano nella societa` attraverso la cultura profana, l'insegnamento, l'economia, o qualunque altra attivita` civile?
Altri osserveranno che oggigiorno, in tanti luoghi, serpeggia un grave disorientamento circa la figura del sacerdote; si parla a vanvera sulla necessita` di cercarne l'identita` e si mette in dubbio il significato che, nelle circostanze attuali, assume il dono di se?a Dio nel sacerdozio. Sara` infine motivo di sorpresa anche il fatto che, in un'epoca in cui le vocazioni sacerdotali scarseggiano, esse sorgano tra persone che, grazie al loro serio impegno professionale, hanno gia` risolto i problemi di occupazione e di impiego nelle attivita` terrene.

Sacerdoti e laici

37 Comprendo questi sentimenti di stupore, ma sinceramente non li condivido. Coloro che, liberamente, perche?a loro piace - e questo e` un motivo molto soprannaturale - abbracciano il sacerdozio, sanno che non fanno nessuna rinuncia, nel senso usuale del termine. La vocazione all'Opus Dei ne aveva gia` fatto persone dedite alla Chiesa e a tutte le anime; una vocazione piena, divina, che li impegnava a santificare il lavoro quotidiano, a santificarsi in esso e a promuovere, attraverso di esso, la santificazione degli altri.
Al pari di tutti i fedeli, i membri dell'Opus Dei, sacerdoti o laici - ma sempre cristiani comuni, uguali agli altri -, si considerano destinatari delle parole di san Pietro: 玍oi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si e` acquistato perche?proclami le opere meravigliose di Lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce; voi che un tempo eravate non-popolo, ora invece siete il popolo di Dio; voi un tempo esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia?[1 "Pt" 2, 9-10].
La condizione di fedele e` una e identica per tutti, sacerdoti e laici, perche?Dio nostro Signore ha chiamato tutti alla pienezza della carita`, alla santita`: 獴enedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesu` Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale, nei cieli, in Cristo. In Lui ci ha scelti, prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto, nella carita`?["Ef" 1, 3-4].
Non esiste una santita` di seconda classe: o si lotta incessantemente per essere in grazia di Dio e per conformarsi a Cristo, nostro modello, o si e` disertori nelle battaglie divine. Il Signore invita tutti affinche?ciascuno si santifichi nel proprio stato. Nell'Opus Dei - pur tra gli errori e le miserie dei singoli - la passione per la santita` non e` che una, e non fa differenza essere sacerdoti o laici; d'altronde, rispetto al numero dei membri, i sacerdoti dell'Opera non sono che una piccolissima parte.
Guardando dunque le cose con occhi di fede, giungere al sacerdozio non significa nessuna rinuncia. Non significa nemmeno il coronamento della vocazione all'Opus Dei, perche?la santita` non dipende dalle circostanze del proprio stato - celibe, sposato, vedovo, sacerdote - ma dalla personale corrispondenza alla grazia che viene concessa a tutti noi affinche?impariamo a respingere le opere delle tenebre e a rivestirci delle armi della luce: serenita`, pace, servizio abnegato e lieto all'umanita` intera [Cfr "Rm" 13, 12].

Dignita` del sacerdozio

38 Il sacerdozio porta a servire Dio in uno stato che non e`, in se?stesso, migliore o peggiore di altri: e` diverso. Tuttavia, la vocazione sacerdotale si presenta rivestita di una dignita` e di una grandezza tali che null'altro sulla terra puo` superare. Santa Caterina da Siena pone sulle labbra di Gesu` queste parole: 獻o non volevo che la riverenzia verso di loro diminuisse... perche?ogni riverenzia che si fa a loro, non si fa a loro, ma a me, per la virtu` del Sangue che io l'ho dato a ministrare. Unde, se non fusse questo, tanta riverenzia avareste a loro quanta agli altri uomini del mondo, e non piu`... E cosi` non debbono essere offesi, pero` che, offendendo loro, offendono me e non loro. E gia` l'ho vetato, e detto che i miei Cristi non voglio che sieno toccati per le loro mani?[SANTA CATERINA DA SIENA, "Il Dialogo della divina Provvidenza", cap. 116; cfr "Sal" 104, 15].
Taluni si affannano a cercare quella che chiamano l'identita` del sacerdote. Quanto sono chiare le parole della santa di Siena! Qual e` l'identita` del sacerdote? Quella di Cristo. Tutti noi cristiani possiamo e dobbiamo essere non soltanto "alter Christus", ma anche "ipse Christus": un altro Cristo; lo stesso Cristo! Ma il sacerdote lo e` in modo immediato, in forma sacramentale.

39 玃er realizzare un'opera cosi` grande?- quella della Redenzione - 獵risto e` sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche. E` presente nel Sacrificio della Messa sia nella persona del ministro, "Egli che, offertosi una volta sulla croce, offre ancora se?stesso per il ministero dei sacerdoti", sia soprattutto sotto le specie eucaristiche?[CONCILIO VATICANO II, cost. "Sacrosanctum Concilium", 7; cfr CONCILIO DI TRENTO, doctr. "De ss. Missae sacrif.", cap. 2; DS 1743]. Per mezzo del Sacramento dell'Ordine, il sacerdote e` reso effettivamente idoneo a prestare a Gesu` nostro Signore la voce, le mani e tutto il suo essere; e` Gesu` che, nella santa Messa, con le parole della Consacrazione, cambia la sostanza del pane e del vino nel suo Corpo, nella sua Anima, nel suo Sangue e nella sua Divinita`.
E` questo il fondamento dell'incomparabile dignita` del sacerdote. E` una grandezza ricevuta in prestito, compatibile con la mia pochezza. Prego Dio nostro Signore che conceda a tutti noi sacerdoti la grazia di compiere santamente le cose sante, di rispecchiare con la nostra stessa vita lo splendore delle grandezze del Signore. 玁oi che celebriamo i misteri della Passione del Signore, dobbiamo imitare quello che facciamo. E allora l'ostia occupera` il nostro posto al cospetto di Dio, perche?noi stessi ci facciamo ostia?[SAN GREGORIO MAGNO, "Dialoghi", 4, 59].
Qualora vi imbattiate in un sacerdote che per il suo contegno non sembra vivere secondo il Vangelo - non sta a voi giudicarlo, lo giudica Dio - sappiate che se celebra validamente la santa Messa, con l'intenzione di consacrare, il Signore non si rifiuta di scendere nelle sue mani, ancorche?siano indegne. E` possibile una donazione maggiore, un annientamento piu` grande? Piu` che a Betlemme, piu` che sul Calvario. Perche? Perche?Gesu` Cristo ha il cuore angosciato dall'ansia di redenzione, perche?non vuole che qualcuno possa dire di non essere stato chiamato, perche?Egli stesso va incontro a coloro che non lo cercano.
Egli e` Amore! E non c'e` altra spiegazione. Quanto sono insufficienti le parole per parlare dell'Amore di Cristo! Egli si adatta a tutto, accetta tutto, si espone a tutto - ai sacrilegi, alle bestemmie, alla fredda indifferenza di tanti - pur di offrire, anche a un solo uomo, l'occasione di scoprire i palpiti del suo Cuore ardente, nel suo petto ferito.
L'identita` del sacerdote e` questa: essere strumento immediato e quotidiano della grazia salvifica che Cristo ha meritato per noi. Quando si comprende questo principio, quando lo si medita nell'attivo silenzio della preghiera, come possiamo considerare il sacerdozio una rinuncia? E` un guadagno incalcolabile. Maria Santissima, nostra Madre, la piu` santa delle creature - piu` di Lei solo Dio - trasse una sola volta Gesu` al mondo; i sacerdoti lo portano su questa terra, al nostro corpo, alla nostra anima, tutti i giorni: e Gesu` viene, per nutrirci, per vivificarci, per essere fin da ora pegno della vita futura.

Sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale

40 Il sacerdote non e` da piu` del laico, ne?come uomo ne?come fedele. E` pertanto molto opportuno che si eserciti nell'umilta` piu` profonda per capire che e` specialmente in lui che si compiono appieno le parole di san Paolo: 獵he cosa hai che non lo abbia ricevuto??[1 "Cor" 4, 7]. Quello che ha ricevuto... e` Dio!, e` la potesta` di celebrare la Sacra Eucaristia - la santa Messa, fine principale dell'ordinazione sacerdotale - di perdonare i peccati, di amministrare altri Sacramenti e di predicare autorevolmente la parola di Dio dirigendo i fedeli nelle cose che riguardano il Regno dei Cieli.

41 獻l sacerdozio dei presbiteri, pur presupponendo i Sacramenti dell'iniziazione cristiana, viene conferito da quel particolare Sacramento per il quale i presbiteri, in virtu` dell'unzione dello Spirito Santo, sono marcati da uno speciale carattere che li configura a Cristo Sacerdote, in modo da poter agire in nome di Cristo, Capo della Chiesa?["Presbyterorum ordinis", 2]. La Chiesa e` cosi`: non per capriccio di uomini, ma per espressa volonta` di Gesu` Cristo che ne e` il Fondatore. 獻l sacrificio e il sacerdozio sono, per ordinamento divino, talmente collegati, da coesistere insieme in ogni legge? l'antica e la nuova Alleanza. 獳vendo dunque la Chiesa cattolica ricevuto nel Nuovo Testamento, per istituzione del Signore, il sacrificio visibile dell'Eucaristia, si deve anche confessare che c'e` in essa un nuovo sacerdozio, visibile ed esterno, nel quale fu trasferito l'antico?[CONCILIO DI TRENTO, doctr. "De sacramento ordinis", cap. I; DS 1764].
In chi riceve l'Ordine sacro, il sacerdozio ministeriale viene ad aggiungersi al sacerdozio comune di tutti i fedeli. Pertanto, mentre sarebbe errato sostenere che un sacerdote e` piu` cristiano di un fedele qualsiasi, e` lecito affermare invece che e` piu` sacerdote: egli appartiene, come ogni altro cristiano, al popolo sacerdotale che Cristo ha redento, ed e`, in piu`, contrassegnato con il carattere del sacerdozio ministeriale, che 玠ifferisce essenzialmente, e non solo di grado?["Lumen gentium", 10], dal sacerdozio comune dei fedeli.

42 Non capisco la preoccupazione che hanno taluni sacerdoti di confondersi con gli altri fedeli, dimenticando o trascurando la loro specifica missione nella Chiesa, quella per cui sono stati ordinati. Costoro ritengono che i cristiani desiderino vedere nel sacerdote un uomo come gli altri. Ma si ingannano. I fedeli vogliono certamente ammirare nel sacerdote le virtu` proprie di ogni cristiano e peraltro di ogni persona onesta: la comprensione, la giustizia, la dedizione al lavoro - lavoro sacerdotale, in questo caso -, la carita`, l'educazione, la delicatezza nel tratto con gli altri.
Ma, accanto a cio`, pretendono che risalti chiaramente il carattere sacerdotale: si aspettano dal sacerdote che preghi, che non rifiuti l'amministrazione dei Sacramenti, che sia disposto ad accogliere tutti senza porsi alla testa o militare in fazioni umane, quali che siano [Cfr "Presbyterorum ordinis", 6]; che metta amore e devozione nella celebrazione della santa Messa, segga in confessionale, consoli i malati e gli afflitti; che con la catechesi dia dottrina ai bambini e agli adulti, che predichi la parola di Dio e non l'una o l'altra delle scienze umane - ancorche?le conosca perfettamente - perche?quella non sarebbe la scienza che salva e che conduce alla vita eterna; che abbia dono di consiglio e carita` verso i bisognosi.

43 In breve, si chiede al sacerdote che impari a non porre ostacolo alla presenza di Cristo in lui, specialmente nei momenti in cui realizza il Sacrificio del Corpo e del Sangue del Signore e quando, nella Confessione sacramentale auricolare e segreta, perdona i peccati nel nome di Dio. L'amministrazione di questi due Sacramenti e` cosi` capitale nella missione del sacerdote, che tutto il resto deve far perno su di essa. Gli altri compiti sacerdotali - la predicazione e l'istruzione religiosa - non avrebbero fondamento se non fossero orientati a insegnare come trattare Cristo, come incontrarlo nel tribunale amoroso della Penitenza e della rinnovazione incruenta del Sacrificio del Calvario, la santa Messa.
Permettete che mi intrattenga ancora un po' a considerare il santo Sacrificio: se esso e` per noi il centro e la radice della vita del cristiano, lo deve essere in modo speciale per la vita del sacerdote. Un sacerdote che, colpevolmente, non celebrasse quotidianamente il santo Sacrificio dell'Altare [Cfr "Presbyterorum ordinis", 13], dimostrerebbe ben poco amor di Dio: sarebbe come rinfacciare a Gesu` il suo slancio di Redenzione, dirgli che non lo si condivide, che non si comprende la sua impazienza di donarsi, inerme, come alimento dell'anima.

Sacerdote per la santa Messa

44 E` opportuno ricordare, con caparbia insistenza, che tutti i sacerdoti - sia noi peccatori che quelli che sono santi - quando celebrano la santa Messa non sono piu` se?stessi. Sono Cristo che rinnova sull'Altare il suo divino Sacrificio del Calvario. 玁el mistero del Sacrificio Eucaristico, in cui i sacerdoti svolgono la loro funzione principale, viene esercitata ininterrottamente l'opera della nostra Redenzione, e quindi se ne raccomanda caldamente la celebrazione quotidiana, la quale e` sempre un atto di Cristo e della sua Chiesa, anche quando non e` possibile che vi assistano i fedeli?["Presbyterorum ordinis", 13].
Il Concilio di Trento insegna che 玭el divino Sacrificio che si realizza nella Messa, e` contenuto e incruentemente immolato quello stesso Cristo che una sola volta ha offerto se?stesso cruentemente sull'altare della Croce... Una sola e la stessa e` infatti la vittima; colui che ora viene offerto per mezzo del ministero dei sacerdoti e` lo stesso che allora si offri` sulla Croce, essendo diverso soltanto il modo di offrirsi?["De ss. Missae sacr.", cap. 2].
La presenza o l'assenza dei fedeli alla santa Messa non modifica in nulla questa verita` di fede. Quando celebro circondato dal popolo, ne provo piacere, ma non ho bisogno di considerarmi presidente di un'assemblea. Da un lato, sono un fedele come gli altri; ma, dall'altro, sono anche e soprattutto Cristo sull'Altare. Rinnovo incruentemente il divino Sacrificio del Calvario e consacro "in persona Christi", perche?rappresento realmente Gesu` Cristo, gli do in prestito il mio corpo, la mia voce, le mie mani, il mio povero cuore tanto spesso macchiato e bisognoso di essere da Lui purificato.
Quando celebro la santa Messa con la sola partecipazione di colui che mi aiuta, anche allora il popolo e` presente. Sento accanto a me tutti i cattolici, tutti i credenti e anche quelli che non credono. Sono presenti tutte le creature di Dio - la terra, il cielo, il mare, gli animali e le piante -: e` la Creazione intera che da` gloria al Signore.

45 Ma piu` ancora mi unisco in sommo grado - diro` con le parole del Concilio Vaticano II - al culto della Chiesa celeste, comunicando con essa e venerando la memoria soprattutto della gloriosa sempre Vergine Maria, del beato Giuseppe e dei beati apostoli e martiri, e di tutti i santi [Cfr "Lumen gentium", 50].
Chiedo a tutti i fedeli che preghino molto per noi sacerdoti perche?sappiamo compiere santamente il santo Sacrificio. Chiedo loro di dimostrare un amore cosi` delicato alla santa Messa, da spingerci a celebrarla con dignita` - con eleganza - umana e soprannaturale; con decoro nei paramenti e negli oggetti destinati al culto, con devozione, senza fretta.
Perche?questa fretta? Gli innamorati hanno forse fretta di salutarsi dopo un incontro? Sembra che si lascino, ma non se ne vanno; ritornano una volta e un'altra, e si dicono parole comuni come se le scoprissero solo allora... Non abbiate timore di riferire alle cose di Dio gli esempi suggeriti dall'amore nobile e puro degli uomini. Se amiamo il Signore con il nostro cuore di carne - non abbiamo che questo - non avremo fretta di terminare questo incontro, questo appuntamento d'amore con Lui.
Alcuni procedono con calma, ne?gli importa di prolungare fino alla stanchezza letture, monizioni e avvisi. Ma quando giungono al momento principale della santa Messa, al Sacrificio propriamente detto, diventano precipitosi e contribuiscono a far si` che i fedeli non adorino con devozione Cristo Sacerdote e Vittima, ne?imparino a rendergli grazie - con calma, senza precipitazione - per essere voluto venire ancora una volta in mezzo a noi.
Tutti gli affetti e i bisogni di un cuore cristiano trovano nella santa Messa il loro vero alveo: quello che, per mezzo di Cristo, conduce al Padre nello Spirito Santo. Il sacerdote deve porre ogni cura perche?tutti lo sappiano e lo vivano. Non c'e`, ordinariamente, nessuna attivita` che possa essere anteposta a quella di far conoscere, amare e venerare la Sacra Eucaristia.

46 獻l sacerdote compie due funzioni: una, principale, sul Corpo vero di Cristo; un'altra, secondaria, sul Corpo Mistico di Cristo. La seconda funzione o ministero dipende dalla prima, e non viceversa?[SAN TOMMASO, "Summa theologiae", Suppl., q. 36, a. 2, ad 1]. Pertanto, non c'e` di meglio nel ministero sacerdotale che procurare che tutti i fedeli cattolici si avvicinino al santo Sacrificio con maggior purezza, maggiore umilta`, maggiore venerazione. Se il sacerdote impegna le sue energie in questo compito, non rimarra` deluso ne?deludera` le coscienze dei suoi fratelli cristiani.
Nella santa Messa noi adoriamo, compiendo con amore il primo dovere della creatura verso il Creatore: 獳dorerai il Signore Dio tuo, e Lui solo servirai?["Dt" 6, 13; "Mt" 4, 10]. Non si tratta di adorazione fredda, esteriore, servile; ma di intima consapevolezza, di dedizione, di tenero amore filiale.
Nella santa Messa troviamo l'occasione perfetta per espiare i nostri peccati e quelli di tutti gli uomini; l'occasione di poter dire, come san Paolo, che stiamo completando nelle nostre membra quello che resta da patire a Cristo [Cfr "Col" 1, 24]. Nel mondo nessuno e` un viandante solitario, nessuno puo` considerarsi libero da una parte di colpa per il male che si commette sulla terra come conseguenza del peccato originale e di tutta la somma di tanti peccati personali. Amiamo dunque il sacrificio e cerchiamo l'espiazione. In che modo? Unendoci nella santa Messa a Cristo Sacerdote e Vittima: sara` sempre Lui a prendere su di se?il peso ingente delle infedelta` delle creature, le tue e le mie.

47 Il Sacrificio del Calvario e` la prova suprema della generosita` di Gesu`. Noi - tutti e singoli - siamo sempre molto interessati; ma a Dio nostro Signore non importa se, nella santa Messa, deponiamo davanti a Lui tutte le nostre necessita`. Chi non ha delle cose da chiedere? Signore, quella malattia...; Signore, quella pena...; Signore, quell'umiliazione che non so sopportare per tuo amore... Vogliamo il bene, la felicita` e la gioia dei nostri familiari; ci opprime il cuore la condizione di coloro che soffrono fame e sete di pane e di giustizia, di coloro che patiscono l'amarezza della solitudine, di coloro che, giunti alla fine dei loro giorni, non ricevono uno sguardo d'affetto ne?un gesto d'aiuto.
Ma la grande miseria che ci fa soffrire, il bisogno grande a cui vogliamo porre rimedio, e` il peccato, l'allontanamento da Dio, il pericolo che le anime si perdano per tutta l'eternita`. Condurre gli uomini alla gloria eterna nell'amore di Dio: ecco la nostra aspirazione fondamentale quando celebriamo la Messa; la stessa che ebbe Gesu` Cristo quando dono` la sua vita sul Calvario.
Abituiamoci a parlare con questa sincerita` al Signore quando scende, vittima innocente, nelle mani del sacerdote. La fiducia nell'aiuto del Signore ci dara` quella delicatezza d'animo che non manca mai di effondersi in opere buone, in carita`, in comprensione, in amabile tenerezza per coloro che soffrono e per coloro che artificiosamente fingono una sazieta` vuota e falsa, che ben presto si trasforma in tristezza.

48 Siamo, infine, grati a Dio nostro Signore per tutto quello che ci concede, per il fatto meraviglioso che Lui stesso si da` a noi in dono. Si degna di dimorare dentro di noi il Verbo incarnato!... Si degna di rinchiudersi nella nostra piccolezza Colui che ha creato i cieli e la terra!... La Vergine Maria fu concepita immacolata perche?potesse albergare Gesu` Cristo nel suo seno. Se il rendimento di grazie deve essere proporzionato alla differenza che corre tra il dono e i meriti, non dovremmo trasformare tutta la nostra giornata in una incessante Eucaristia? Non allontanatevi dal tempio appena ricevuto il santo Sacramento. E` tanto importante quello che vi attende da non poter dedicare al Signore dieci minuti per dirgli 玤razie? Non comportiamoci in modo meschino. Amore con amor si paga.

Sacerdote per l抏ternita`

49 Quando un sacerdote vive la santa Messa come si deve - adorando, espiando, impetrando, rendendo grazie, identificandosi con Cristo - e insegna agli altri a fare del Sacrificio dell'Altare il centro e la radice della vita cristiana, dimostra realmente la grandezza incomparabile della sua vocazione, e cioe` quel carattere che porta impresso e che non perdera` per tutta l'eternita`.
So che mi capite quando vi dico che, ben diversamente dal tipo di sacerdote a cui mi sto riferendo, bisogna considerare un fallimento - umano e cristiano - la condotta di taluni che si comportano come se dovessero chiedere scusa di essere ministri di Dio. Sono incorsi in una situazione disgraziata che li spinge ad abbandonare il ministero, a mimetizzarsi tra i laici, a cercare una seconda occupazione che un po' alla volta sostituisce quella propria della loro vocazione e della loro missione. Sovente, nel rifuggire dal lavoro inerente alla cura spirituale delle anime, tendono a sostituirlo con interventi nei campi d'azione propri dei laici - nelle iniziative a carattere sociale, nella politica - e appare cosi` il fenomeno del 玞lericalismo? autentica patologia della vera missione sacerdotale.

50 Non voglio concludere con questa nota amara, che potrebbe sembrare pessimistica. Nella Chiesa di Dio l'autentico sacerdozio cristiano non e` affatto scomparso; la dottrina e` immutabile, quella stessa insegnata dalle labbra divine di Gesu`. Sono molte migliaia i sacerdoti che, in tutto il mondo, senza spettacolo, la osservano con piena corrispondenza, senza cadere nella tentazione di mandare in rovina un tesoro di santita` e di grazia che la Chiesa ha portato con se?fin dal principio.
Gusto la dignita` e il garbo umano e soprannaturale di questi miei fratelli sparsi su tutta la terra. Gia` ora e` un'esigenza di giustizia che si sentano circondati dall'amicizia, dall'aiuto e dall'affetto di molti cristiani. Quando poi giunga il loro momento di presentarsi davanti a Dio, Gesu` stesso andra` loro incontro e li glorifichera` eternamente perche? nel tempo, agirono in suo nome e in sua Persona, distribuendo generosamente la grazia di cui erano amministratori.
Torniamo di nuovo, con il pensiero, ai membri dell'Opus Dei che saranno sacerdoti la prossima estate. Non cessate di pregare per loro perche?siano sempre dei sacerdoti fedeli, devoti, dotti, abnegati; e sempre lieti! Raccomandateli specialmente a Maria Santissima, che fa splendere piu` viva la sua sollecitudine materna verso coloro che impegnano tutta la vita a servire da vicino suo Figlio, Gesu` Cristo nostro Signore, Sacerdote Eterno.